Maltrattamenti choc, trovati per strada due fratellini «ridotti come ad Auschwitz»

BAMBINO.....

Una donna che ha maltrattato i due figli, di 5 e 7 anni, è sotto processo. I due fratellini sono stati presi in carico dall’ospedale Bambino Gesù di Roma non appena sono stati trovati e oggi sono fuori pericolo, ma porteranno per sempre i segni dei maltrattamenti della madre. Ora parla l’agente di polizia che quel giorno li ha visti camminare denutriti per le strade di Aprilia: «Erano ridotti come i bambini del campo di sterminio di Auschwitz».

La prima frase che ha pronunciato Fabio Reali, ispettore della Squadra Mobile, è già abbastanza scioccante, ma – purtroppo – il racconto continua: «Si vedevano le ossa per quanto erano magri, il fisico era deformato, la pancia gonfia a dismisura, avevano ovunque morsi di topi e segni di sigarette spente», sono le parole dell’agente riportate da Fanpage. L’ispettore aveva notato i due bambini vagare per le strade, svestiti, denutriti e con ustioni da acqua bollente. Avevano tentato di mangiare terra pur di mettere a tacere la fame. Inoltre, si esprimevano entrambi a gesti: da quanto si sa sulla vicenda, quello era l’unico modo con cui sapevano comunicare.

È stata la madre, una donna di 25 anni (oggi 26), a causare tutto questo dolore ai due bambini, in un casolare di Aprilia. È stata rintracciata nel maggio 2023 mentre faceva trasloco in Francia: il suo piano prevedeva di abbandonarli in quella casa e raggiungere l’ex compagno, padre biologico dei primi due bimbi e da cui ha avuto altri due gemelli, all’oscuro dei maltrattamenti. Ma, mentre la donna è sotto processo e l’uomo sembra totalmente estraneo ai fatti, non è ancora stato rintracciato il fidanzato con cui viveva nel casolare; colpevole con molta probabilità tanto quanto lei.

Dalle indagini è emerso che i maltrattamenti sono iniziati due anni prima, ovvero nel momento in cui la donna si è trasferita con il nuovo compagno in quel casolare. Al momento del ricovero al Bambin Gesù, il neuropsichiatra infantile Ugo Sabotello aveva dichiarato a Fanpage che entrambi presentavano «grossi problemi dal punto di vista somatico», fra cui «una cecità incipiente, abbiamo riscontrato delle lesioni e dei traumi – continua Sabotello -. Ma abbiamo registrato anche una situazione grave dal punto di vista neurologico e psichiatrico, nel senso che erano bambini fortemente deprivati, bambini che probabilmente avevano avuto quanto era necessario per restare in vita e poco altro».

Oggi i bimbi sono stati accolti da una comunità. Sappiamo che il maggiore rimarrà cieco per il resto della vita e che il più piccolo ha difficoltà ad utilizzare un braccio. (LEGGO)

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