La medicina tradizionale cinese provoca strage di asini nel mondo

asini uccisi

La popolazione di asini in Cina si è ridotta da 11 milioni a 3 negli ultimi trent’anni: soprattutto a causa della meccanizzazione dell’agricoltura e dell’urbanizzazione. Progresso, bene, forse. Ma l’industria farmaceutica cinese è affamata della gelatina che si ricava dalla pelle dei somari: viene bollita e convertita nell’ingrediente primario per il rimedio tradizionale dell’ejiao che secondo i cinesi migliora la circolazione del sangue, cura mal di testa, insonnia, tosse eccetera.

In Africa

Così la Cina si è rivolta al mercato africano. Con esiti devastanti: in Kenya, l’unico Paese del continente che macella «legalmente» gli asini, ogni giorno ne vengono abbattuti 1.000. E verso il Kenya vengono convogliati decine di migliaia di asini da Niger, Sud Sudan, Burkina Faso, Tanzania. Il problema è duplice, spiega uno studio di Donkey Sancturay, associazione animalista inglese: in Africa il somaro è spesso l’unica risorsa di nuclei poverissimi che lo usano in agricoltura e come mezzo di trasporto per i prodotti, spingere le famiglie a privarsene per un pagamento immediato in denaro è destabilizzante. E come capita per altri animali, materie prime e risorse naturali, la scala della domanda cinese è tanto ampia che può rapidamente superare l’offerta di ogni singola risorsa. La richiesta di asini dell’industria cinese si allarga al Sud America e al resto dell’Asia. Entro cinque anni la popolazione di asini nel mondo potrebbe essere dimezzata, avverte Donkey Sanctuary.

Il panino

La carne di asino viene usata in Cina anche per imbottire i panini. È una specialità di Baoding e si chiama «lurou huoshao», dicono che sia anche afrodisiaca

foto e fonte corriere.it

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