Sora e dintorni, come può rinascere un territorio. Le proposte di Giuliano Fabi

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La grande politica, quella che influenza i destini, passa sulle nostre teste di gente di periferia che non conta nulla. Scordiamoci le sezioni di partito, anch’io ne ho nostalgia, non torneranno più.  Possiamo contare solo su un interfacciarsi delle tante associazioni del territorio, ma dobbiamo svegliarci, spogliarci della gelosia del proprio fare e ritrovarci insieme  per un discorso di comunità.  I partiti sono in mano a gruppi di potere. Possiamo ritagliarci degli spazi ,orientando il nostro consenso su chi ha una parvenza di rappresentare il popolo, ma state tranquilli,  useranno l’assalto mediatico per distoglierci e ci riusciranno, ci informiamo solo attraverso la TV dove anche un cretino capirebbe che è tutto manipolato.A noi resta soltanto  quel piccolo potere che passa attraverso la ricostruzione di una RETE DI ECONOMIA SOLIDALE . La nostra provincia non produce nulla. Guardate i banchi dei supermercati , importiamo tutto, i nostri soldi vanno ad alimentare ricchezza e occupazione di altre città, di altre regioni, di altre terre se non di altri stati.   Noi possiamo fare una sola cosa: comprare italiano e costruire una rete solidale per sostenere l’economia dei nostri territori, delle nostre aziende, del nostro commercio.   PER QUESTO È FONDAMENTALE AVERE QUI UN PUNTO ACCOGLIENZA, AGGREGAZIONE, raccolta, trasmissione di informazioni, di tutto ciò che avviene sul nostro territorio e attorno ad esso ritrovarsi tra associazioni e pianificare.  Nel campo del turismo potrebbe essere la svolta. E vista la forte messa in discussione delle produzioni industriali nel campo della alimentazione, il momento è favorevole per la rinascita delle nostre piccole aziende che producono sano. Ma è fondamentale che si facciano conoscere e  aprano alle visite di fine settimana per le famiglie che porteranno i bambini, non più al chiuso dei centri commerciali, ma tra  piante e animali, al sole all’aria aperta,  nel territorio pregiato che ci circonda. Agli amministratori dirigiamo il nostro grido dolore e chiediamo di investire in cultura, ambiente, piste ciclabili, giardini parchi, punti accoglienza,  aggregazione  e valorizzazione dei nostri siti storici e naturalistici e di assecondare come possono questo percorso.

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