Un 16enne di Manchester è stato portato con urgenza all’ospedale dopo aver fumato la sigaretta elettronica: ha iniziato a tossire sangue e faceva fatica a respirare. I genitori sono corsi a chiamare i soccorsi, scoprendo solo in seguito che il figlio comprava le ricariche delle e-cig a un prezzo stracciato dopo la scuola.
Nathan Chesworth, 16 anni, si è rivolto al medico di base quando è cominciata la tosse, il quale gli ha prescritto degli antibiotici per un’infezione al torace. Durante la terapia si è accorto che sui fazzoletti c’erano tracce di sangue, stava perdendo molto peso ed era sempre stanco, tanto da non riuscire più ad alzarsi dal letto. I genotori si sono preoccupati notevolmente: «Aveva un aspetto orribile – ha raccontato la madre a The Sun ricordando quella settimana spaventosa – Non mangiava e non beveva».
La situzione è peggiorata quando il ragazzo, nel tentativo di fare le scale, non è più riuscito a prendere fiato a causa del collasso di un polmone. La mamma ha chiamato immediatamente i soccorsi e Nathan è stato trasportato immediatamente al pronto soccorso del Royal Albert Edward Infirmary di Wigan.
Lo pneumotorace è stato subito trattato e ha ripreso a respirare correttamente, ma poco tempo dopo il rientro a scuola anche l’altro polmone ha iniziato a causargli dolore: solo durante il secondo ricovero all’ospedale il giovane ha confessato ai genitori di aver fumato la sigaretta elettronica. Nathan ne aveva acquistate diverse, a sole 3 sterline, dopo le lezioni. «È come se non fossi normale se non lo fai», ha spiegato alla madre.
Oggi però il ragazzo si tiene ben lontano dallo svapo, anche quando la sigaretta elettronica gli viene offerta alle feste, e si sente fortunato ad essere stato subito preso in cura.
I genitori sperano che condividendo la storia del figlio possano mettere in guardia gli altri su quanto siano pericolose e facilmente accessibili le sigarette elettroniche. «È stato davvero fortunato – spiega ancora la donna a The Sun -. Ha sofferto mentalmente in seguito: era sempre preoccupato e continuava a dire che non voleva finire di nuovo in terapia intensiva. Si incolpava per aver voluto provare a fumare». (LEGGO)