La variante Covid EG.5, soprannominata Eris e già dominante negli Stati Uniti e in crescita in tutto il mondo, è stata classificata come “variante di interesse” dall’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), il che significa che presenta mutamenti genetici che gli conferiscono un vantaggio e la sua prevalenza è in crescita. Questo mentre si defila invece BA.2.86, conosciuta come Pirola, che inizialmente sembrava poter prendere il sopravvento. Il timore è che si possa arrivare a una nuova esplosione di casi.
La variante Eris è in crescita in tutto il mondo, l’Italia compresa. Scondo l’Istituto Superiore di Sanità, a metà agosto aveva già raggiunto il 25,8% dei contagi. La ricerca, condotta dall’università di Tokyo, ha rilevato in esperimenti su criceti che la variante sembra avere una maggiore capacità di infettare i polmoni. Ciò potrebbe tradursi, almeno in una parte dei pazienti, in manifestazioni più severe di Covid-19.
Al momento si tratta di un’ipotesi che necessita di conferme; nella sua valutazione di inizio agosto l’Oms aveva escluso che Eris potesse comportare rischi aggiuntivi rispetto alle altre varianti circolanti. Aveva però messo in conto che avrebbe potuto causare un aumento dei contagi. È quello che sta accadendo: su scala globale, da qualche settimana i nuovi casi di Covid-19 hanno ripreso a crescere.
Prima in Estremo Oriente, soprattutto in Corea del Sud, ora anche in Europa con un +39% rispetto a un mese fa. L’Italia non fa eccezione: secondo l’ultima rilevazione dell’Iss tutti gli indicatori sono in salita: +28,1% i casi positivi, +47,7% i decessi; +1,3% il tasso di positività ai tamponi. Al momento, invece, non arrivano segnali di sofferenza dagli ospedali.Il trend della pandemia e dati sulle varianti, tuttavia, riaccendono l’attenzione sull’importanza della vaccinazione: nei giorni scorsi l’Ema ha dato il primo via libera al vaccino aggiornato a XBB.1.5 di Pfizer e BioNTech. Secondo le aziende, il prodotto protegge dalle varianti XBB, compresa Eris, che discende da XBB.1.9.2. Il vaccino è atteso per ottobre; è raccomandato alle persone anziane e con elevata fragilità, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari. Potrà essere consigliato, inoltre, a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità.Per l’EG.5, chiamato anche Eris, i test diagnostici e i trattamenti come il Paxlovid continuano ad essere efficaci, ha affermato al New York il dottor Andrew Pekosz, professore di microbiologia molecolare e immunologia alla Johns Hopkins. Non è ancora stato tracciato un quadro completo dei sintomi di Eris, che però non si discosterebbe troppo dalle precedenti varianti. Un test è consigliato quando si avvertono sintomi come mal di testa, naso che cola, stanchezza prolungata, mal di gola, febbre e tosse. (LEGGO) – Foto archivio