Centotrenta km quadrati: è la zona deformata dall’ultimo sisma, provocato dalla rottura di una faglia, che ha fatto sprofondare il suolo – nell’area di Castelluccio di Norcia – di 70 centimetri. Una zona in cui, dal 30 ottobre, si sussegue uno sciame sismico ininterrotto: sono già oltre 1100 le scosse registrate. A rivelare questo drammatico quadro sono i geologi del Cnr e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, utilizzando i dati satellitari elaborati con l’Asi. Secondo Riccardo Lanari, direttore dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Cnr, «si tratta di risultati attendibili, che saranno migliorati dai dati che acquisiremo dal satellite Alos2». Come accaduto in occasione del terremoto di Amatrice, quando fu osservato uno scivolamento del monte Vettore di 10 centimetri, anche stavolta il sisma ha prodotto una serie di fenomeni geologici, tra cedimenti e frane. Nel frattempo le scosse tra Marche, Umbria e Lazio proseguono. Ieri la più forte, di magnitudo pari a 4.7, è stata registrata alle 8,56 in provincia di Macerata: epicentro tra i Comuni di Acquacanina, Fiastra e Bolognola. «Il terremoto si è spostato da Amatrice verso Nord, nell’area di Visso e Ussita, e da questi luoghi verso Norcia, dove il sisma di Amatrice si era arrestato – chiosa Paolo Messina, specialista del Cnr -. Non possiamo prevedere quando e come tale sequenza andrà a scemare. Altri terremoti potrebbero registrarsi in aree adiacenti a quelle colpite in questi mesi».
Foto e fonte La Stampa