Sigarette, ennesima denuncia all’Ue: “Uomo ritratto sui pacchetti è mio padre”

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“Quell’uomo intubato in un letto d’ospedale e immortalato sui pacchetti di sigarette è mio padre“. È il racconto di Raffaele Leone, 48enne di Orbassano in provincia di Torino, che precisa in un’intervista al quotidiano locale Cronaca Qui: “La foto compare sotto la scritta ‘il fumo causa ictus e disabilità’ e non è mai stata autorizzata“. Ma la sua denuncia è soltanto una delle tante: da quando è entrata in vigore la normativa dell’Unione europea che prevede l’utilizzo di immagini per sensibilizzare i consumatori sui danni provocati dal fumo, in molti sembrano riconoscere se stessi o un loro caro sui pacchetti di sigarette.“È lui, ne sono sicuro”. Raffaele sostiene che suo padre, morto a 73 anni, sia stato effettivamente fotografato dopo l’ictus da cui non si è più ripreso e che quella sia la sua fotografia. Si è rivolto a un avvocato e ha inviato tutta la documentazione all’Ue. Ma a Bruxelles di denunce ne hanno già ricevute diverse. Solo negli ultimi giorni, altre due persone in Spagna hanno rivendicato esattamente la stessa immagine. Un uomo della Galizia ha sostenuto di essere lui, immortalato dopo un’operazione alla schiena. Una donna di Barcellona è invece certa di riconoscere suo marito, morto per un tumore. Raffaele però sui social network si è rivolto direttamente al 54enne spagnolo scrivendo: “Tu che dici di essere la persona della foto perché fai questo? La persona ritratta è mio papà, ho tutte le prove che desideri”.Ora toccherà alle istituzioni Ue capire se si è trattato di scambio di persona in ognuno di questi casi oppure se uno dei tre è effettivamente vittima di un gravissimo torto, ovvero se qualcuno sta cercando di approfittarne. “Ho mandato una serie di lettere per chiedere spiegazioni – ha detto Raffaele a Cronaca Qui – all’Unione europea, alla Presidenza del consiglio dei ministri, alle case produttrici di sigarette”. La risposta è sempre stata la stessa: “Da Bruxelles mi hanno detto che per pubblicare quelle immagini serve una liberatoria firmata. Ma poi padre era infermo era infermo dalla parte destra e non avrebbe potuto assolutamente firmare nulla”, replica Raffaele.

 

Fonte Il Fatto Quotidiano

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