Tragedia con almeno 187 morti allo stadio. Sono morte calpestate nella calca molte delle vittime – al momento se ne contano 129 con quasi duecento feriti – dell’invasione di campo che si è trasformata in tragedia a Malang, nella provincia di Giava Orientale, in Indonesia.
La follia è esplosa al termine della partita quando migliaia di tifosi dell’Arema Fc sono entrati sul campo di gioco dello stadio Kanjuruhan. Erano inferociti per la sconfitta per 3-2 subita contro i rivali di sempre del Persebaya Surabaya, squadra con cui non perdevano da più di vent’anni. A quel punto sono intervenuti gli agenti di polizia che hanno provato a calmare gli animi, senza riuscirci. Al lancio dei gas lacrimogeni si è scatenato il caos, seguito dal panico e dal fuggi fuggi generale.
La polizia locale ha diramato questo comunicato: «Hanno perso la vita 129 persone, tra le quali due agenti. Trentaquattro vittime sono decedute all’interno dello stadio, le altre in ospedale»,
Tra le vittime anche un bambino di cinque anni
Secondo una fonte ospedaliera, tra le 129 vittime ci sarebbe anche un bambino di cinque anni. Le immagini dall’interno dello stadio mostrano la polizia lanciare un gran numero di gas lacrimogeni e i tifosi scavalcare le recinzioni per mettersi in salvo. Lo stadio ha una capienza di 42 mila spettatori e secondo i dati delle autorità era completamente sold-out.
Incidenti anche fuori dallo stadio
Solo in 3.000 però, ha spiegato la polizia, hanno fatto invasione di campo. Molte auto, compreso un camion della polizia, sono state incendiate all’esterno dell’impianto sportivo. Secondo i dati forniti dalle forze dell’ordine, sono 13 i veicoli danneggiati in totale. Il governo indonesiano si è scusato per l’incidente e ha promesso di indagare sulla vicenda. Il presidente Joko Widodo ha ordinato un’inchiesta sulla sicurezza durante le partite di calcio. Il ministro dello Sport, la polizia e il capo della Federcalcio indonesiana dovranno condurre «una valutazione completa dei match di calcio e le procedure di sicurezza», ha affermato il capo di Stato in un discorso televisivo.
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