Saronno, 35 morti sospette in ospedale

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Quarantacinque decessi. Avvenuti tra il 2011e il 2014. Quando di turno, nel reparto di Pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, c’era il vice-primario Leonardo Cazzaniga. È la contabilità complessiva, al momento, degli “episodi” sotto la lente degli investigatori che indagano sulle morti provocate – secondo le accuse della Procura di Busto Arsizio – dall’anestesista Cazzaniga e dalla sua amante infermiera Laura Taroni. Di questi 45 decessi quasi la metà, una ventina, sono già stati “verificati”: cinque – tra cui quelli di Massimo Guerra e Maria Rita Clerici, marito e madre della Taroni – sono considerati omicidi; altri sei sono sospetti. Gli altri nove sono “regolari”, nel senso che non evidenziano anomalie riconducibili a sovradosaggi o mix letali di farmaci. I casi sospetti sono dunque, al momento, 35. E tra questi c’è anche quello del padre di Cazzaniga, morto nell’ospedale.Basterebbe questo dato a far capire che l’indagine sulle fiale mortali non è affatto chiusa ma, anzi, si allarga a nuovi casi: quasi tutti riguardanti anziane vittime decedute dopo il ricovero a Saronno. Il che andrebbe a retrodatare il periodo preso finora in esame dal pm Cristina Ria (assieme al procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana) e dai carabinieri di Saronno (le indagini le ha condotte il capitano Giuseppe Regina ora in servizio a Bergamo): non più dunque solo casi riguardanti gli anni 2012-2013. Ma anche altri, precedenti.Per tracciare il “protocollo Cazzaniga” – mix di farmaci applicato ai pazienti con stato di salute compromesso – gli investigatori stanno analizzando montagne di carte: per lo più cartelle cliniche. Ed è da lì che potrebbero presto arrivare nuovi sviluppi. Con conseguenze giudiziarie, si ipotizza, anche per i 14 indagati che compaiono nel fascicolo d’indagine. Chi sono? Si tratta di medici, dirigenti di nosocomio e Azienda ospedaliera Busto Arsizio (questa era l’istituzione attiva nel 2012-2013, oggi c’è la Asst Valle Olona, ndr ). In particolare gli avvisi di garanzia inviati dalla Procura riguardano un blocco di sei persone: tutti i membri della Commissione interna dell’ospedale di Saronno. Commissione istituita nel 2013, dopo le denunce di alcuni infermieri, per valutare proprio l’attività di Cazzaniga. Al netto di un rilievo tecnico, il pool non aveva di fatto evidenziato nulla di anomalo nel lavoro dell’anestesista e in alcuni decessi “segnalati”. E infatti nessun provvedimento fu adottato nei confronti di Cazzaniga. Perché? Come mai, se in corsia molti parlavano e sapevano, la commissione e la direzione sanitaria non hanno mosso ciglio? Il primario del reparto, Nicola Scoppetta. Il direttore sanitario del presidio di Saronno, Paolo Valentini. E gli altri. Il reato contestato è favoreggiamento e omissione di denuncia.”Com’è la situazione? Nessuna situazione”, ha tagliato corto ieri Valentini, interpellato da Repubblica. A Saronno il nervosismo è evidente e dagli archivi del pronto soccorso, martedì, i carabinieri sono usciti con interi cartoni di cartelle cliniche. E dopo avere acquisito una mole consistente di materiale informatico. Sette infermieri hanno già confermato in interrogatorio l’esistenza del “protocollo Cazzaniga”. “Siamo sconcertati”, dice l’assessore regionale al welfare, Giulio Gallera. Sul pronto soccorso dell’ospedale di Saronno la Regione Lombardia ha istituito a sua volta una commissione d’inchiesta.

 

Foto e fonte La Repubblica

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