Una brutta notizia quella che oggi ci arriva dalla Sardegna, precisamente dalla spiaggia di Orosei, dove sono state trovate tre carcasse di delfini mutilate. I resti dei mammiferi sono stati ritrovati dai bagnanti, e le carcasse apparivano sfilettate e mutilate, con i muscoli asportati dalla schiena, lasciando a nudo la colonna vertebrale, almeno a quanto dichiarato d’ali medici della clinica Duemari, chiamati subito dopo il ritrovamento. Gli animali sarebbero stati ridotti così per poi vendere clandestinamente, a prezzi molto alti, la loro carne, che una volta fatta essiccare viene venduta tra i banchi del mercato nero, dove un pezzo di carne può costare anche 200 euro al kg, anche se questo prodotto risulta illegale dal 1989.
Si ritiene che i pescatori di frodo commercializzino la carne di delfini trovati accidentalmente impigliati nelle reti da pesca, oppure vadano proprio a caccia e per sfuggire ai controlli rendano le carcasse irriconoscibili: dopo averne staccato la carne le ributtano in mare. La loro azione non può lasciare traccia, i delfini sono una specie protetta e quello perpetrato è un crimine contro natura punibile con la detenzione. Tuttavia queste pene non scalfiscono chi lavora nel mercato nero e vuole arricchirsi: tutte le specie di delfini sono protette e in Mediterraneo sono altamente minacciate dalle attività umane.
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Sardegna. Tre carcasse di delfini trovate sulla spiaggia di Orosei. Dito puntato contro i pescatori di frodo
