Renzi/Nel 2017 taglieremo l’Ires

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Dice di volere un Pd unito, anche se tra i dem c’è ancora chi “non ha elaborato il lutto della sconfitta”; riflette che “tutti evocano Verdini anche vedendolo dove non c’è, come un mostro di Lochness nostrano”. E sul fisco conferma per il 2017 il taglio Ires e qualche “sorpresa positiva” nel 2016. Renzi traccia la sua road map in un’intervista con Repubblica.

Ripresa e consumi. “L’Italia è ripartita. Ma non lo dico io, lo dicono i numeri Istat, Fmi, Inps. Tutto questo è frutto delle riforme”. Renzi spiega che ora “la vera questione è creare un clima di fiducia” per portare a rimettere in circolo i consumi. E dice che è “falso” parlare di tagli alla Sanità, dove invece “l’aumento di fondi è costante”.

Alla domanda se quindi il governo adotterà qualche misura per il ritorno di fiducia e consumi, il premier replica: “Ci sarà ma non posso ancora indicarle i dettagli. Dico solo che abbiamo una sensibilità particolare verso i bambini che soffrono l’indigenza. Che sono tanti e non solo al Sud”. Mentre sulla Sanità precisa: “nel 2013 c’erano 106 miliardi. L’anno dopo sono diventati 109, poi 110, il prossimo anno 111. Sulla Sanità l’aumento di fondi è costante. Stiamo aumentando i fondi, non li stiamo tagliando”. E sull’approvazione delle unioni civili, “dipende da quando finiremo queste riforme. Ma non molliamo. E’ un impegno di civiltà”.

Rai. “Altolà. Per me parlano i fatti. Non ho mai messo il naso, mai, nelle vicende interne della Rai, dalle nomine alla programmazione. Perché noi siamo persone serie e vogliamo bene al servizio pubblico. Non è un bottino di guerra; ma una gigantesca occasione culturale”, afferma il premier, aggiungendo: “Ho detto e lo ripeto che i talk show rischiano di diventare un pollaio senz’anima. È una critica che faccio innanzitutto alla politica”.

Politica estera. “Non sarà semplicemente aiutando Assad che bloccheremo l’Isis. Né considerandolo l’unico problema come fanno in modo altrettanto banale altri”, dice Renzi, aggiungendo che occorre per la Siria un progetto pluriennale ed osserva che nessun leader occidentale può pensare che si possa “appaltare Damasco alla Russia o al tandem russo-iraniano”.

 

Fonte Ansa

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