Prima dell’incontro con i giovani, il Papa si è recato a visitare il quartiere povero di Kangemi, uno dei 7 slum di Nairobi in cui vivono migliaia di persone in condizioni di grande disagio e precarietà. A Kangemi ha raggiunto la chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore, retta da una comunità di gesuiti. La nostra inviata nella capitale kenyana, Adriana Masotti:Grande gioia tra la gente di Kangemi per la presenza del Papa: non ci sono solo i residenti del quartiere, ma anche quelli provenienti dagli altri slum di Nairobi. Francesco ha ascoltato le testimonianze di alcuni di loro, di una religiosa impegnata nella bidonville, ha visto un breve filmato: fogne a cielo aperto, baracche in lamiera, il fango delle strade, i piccoli negozi di cui la gente vive, ma anche le comunità in preghiera e i ragazzi che giocano al pallone.En verdad, me siento como en casa, compartiendo este momento con hermanos y hermanas … In realtà, mi sento a casa condividendo questo momento con fratelli e sorelle che, non mi vergogno a dire, hanno un posto speciale nella mia vita e nelle mie scelte. Sono qui perché voglio che sappiate che le vostre gioie e speranze, le vos tre angosce e i vostri dolori non mi sono indifferenti. Conosco le difficoltà che incontrate giorno per giorno! Come possiamo non denunciare le ingiustizie subite?Ma il papa vuole mettere in luce un aspetto non sempre riconosciuto e cioè la saggezza dei quartieri popolari. Una saggezza che scaturisce da «un’ostinata resistenza di ciò che è autentico», da valori evangelici che la società del benessere , intorpidita dal consumo sfrenato, sembrerebbe aver dimenticato. Voi siete in g rado, dice il papa, di tessere «legami di appartenenza e di convivenza che trasformano l’affollamento in un’esperienza comunitaria in cui si infrangono le pare ti dell’io e si superano le barriere dell’egoismo» Sono valori che si fondano sul fatto che ogni essere umano è più importante del dio denaro. Grazie per averci ricordato che esiste un altro tipo di cultura possibile.“Reconocer estas manifestaciones de vida buena que crecen cotidianamante entre ustedes …
Riconoscere queste manifestazioni di vita buona che crescono ogni giorno tra voi, non significa in alcun modo ignorare la terribile ingiustizia della emarginazione urbana. Sono le ferite provocate dalle minoranze che concentrano il potere, la ricchezza e sperperano egoisticamente mentre la crescente maggioranza deve rifugiarsi in periferie abbandonate, inquinate, scartate”Un grave problema, sottolinea Francesco, è la mancanza di accesso alle infrastrutture e servizi di base e soprattutto all’acqua potabile. Negare l’acqua è una g rave ingiustizia. In queste condizioni si aggrava spesso la violenza delle organizzazioni criminali, al servizio di interessi economici o politici, che arrivano ad utilizzare i bambini e i giovani come “carne da cannone” per i loro affari insanguinati. Queste realtà sono conseguenza di nuove forme di colonialismo, che considera l’africa parte di un meccanismo e pretende di «legittimare l’attuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in un a proporzione che sarebbe impossibile generalizzare». Francesco fa appello perché si attui una rispettosa integrazione urbana. Il debito sociale, il debito ambientale con i poveri delle città si paga concretizzando il sacro diritto alla terra, alla casa e al lavoro.Il Papa ha poi fatto appello a tutti i cristiani, in particolare ai pastori, a rinnovare lo slancio missionario, a prendere l’iniziativa contro tante ingiustizie, a coinvolgersi nei problemi dei cittadini, ad accompagnarli nelle loro lotte, a custodire i frutti del loro lavoro collettivo e a celebrare insieme ogni piccola o grande vittoria.
(Da Radio Vaticana)
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